domenica 17 dicembre 2017

Le Storie e i Protagonisti

Primo protagonista, nella storia dei fuochi artificiali, è sicuramente il loro inventore: il monaco cinese Li Tian. La storia narra come, intorno al 1400, dopo mesi di diluvi ed epidemie che flagellano le popolazioni, Li Tian decida di scacciare i demoni che hanno stregato il clima ed incutere timore negli spiriti maligni, così che se ne vadano portando via la pioggia. Riempie così una canna di bambù con una miscela di nitrato, carbone di legna e zolfo: il primo fuoco d'artificio della storia. Nella sua terra questa figura mitica è venerata ancora oggi, infatti in Cina tutti i bambini conoscono la leggenda di Li Tian.

Per quanto riguarda invece la tradizione italiana, i massimi esponenti di quest'arte sono i fratelli Ruggieri. Nel 1743, all’epoca della corte di Versailles,  Luigi XV (pronipote del re sole), viene a conoscenza di un nuovo spettacolo pirotecnico messo in scena da cinque fratelli di Bologna, e li invita; i Ruggieri vengono cosi nominati artificieri della corte di Francia.  Questi, utilizzando meccanismi che si accendevano da soli (ruote che girando accendevano altre ruote di petardi) o fuochi d’artificio (fissi e mobili) che si innescavano a vicenda, mettevano in scena spettacoli talmente particolari da lasciare il pubblico a bocca aperta, tanto da essere in grado di contribuire ad esaltare la figura ed i meriti del giovane re.


Ancora più importante sarà la nuova generazione della famiglia, infatti è proprio Claude Ruggieri a mettere in scena i primi fuochi artificiali di colore verde,  per le nozze di Napoleone Bonaparte nel 1810. Ma l'invenzione più spettacolare di questa ditta risale alla Parigi del 1830, quando il già noto Claude decise di costruire un enorme razzo, che lanciò in aria con una pecora al suo interno (la quale tornò a terra sana e salva grazie all'uso di un paracadute). E' proprio questo primo razzo a lunga gittata a rappresentare l'origine dei missili balistici.

 

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