Nonostante l'uomo sia sempre in cerca dell'innovazione, nel
momento in cui si cimenta nella "creazione" tenta sempre di rifarsi a
qualcosa che già conosce, qualcosa che sa come utilizzare e che gli dà senso di
familiarità: un elemento, un colore, una forma. Proprio quest'ultima è ciò che
maggiormente caratterizza i fuochi artificiali! Dopo il boato provocato
dall'esplosione, nessuno si aspetterebbe di vedere quei magnifici rosoni colorati
che illuminano gli occhi, ma perché la loro forma non ci sorprende? Perché ci
sembra così "naturale"?
La prima associazione che arriva è sicuramente quella ad un
girasole: lo stello è assimilato al "piccola luce" che viaggia verso
il cielo, dove finalmente è pronta all'esplosione centrale, parte che richiama
l'infiorescenza, seguita dalla diffusione
a raggiera, ovvero i petali. Tuttavia i girasoli sono monocolore, mentre i
fuochi artificiali sono un trionfo di colori, da questa considerazione deriva la seconda possibile similitudine: un
acchiappasogni.
Con i loro fitti
intrecci, che fungono da corde della circonferenza e che richiamano a loro
volta la tela di un ragno, questi piccoli oggettini originari del Nord America
fanno ormai parte della nostra cultura,
tanto da poter essere rivisti nei vari spettacoli pirotecnici; infatti
anche le piume che, di solito, vi vengono accorpate potrebbero essere i vari
raggi, che scendono verso in basso consumandosi dopo aver illuminato la serata.
Ma forse, la più semplice e naturale associazione che arriva
è quella all'occhio umano: l'iride, la
pupilla e la piccola aureola che qualche volta la contorna, sono la più fedele
imitazione dei fuochi artificiali, che presentano diverse colorazioni in base
ai vari casi proprio come gli occhi umani, e che risaltano sulla pelle uniforme
e levigata del cielo blu notte.
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