mercoledì 15 novembre 2017

Nella Musica

Nella cultura moderna, esistono molti eventi pubblici in cui uno spettacolo di fuochi artificiali è accompagnato da una musica di sottofondo: la Celebrazione della Luce di Vancouver, la Feria de Verano di Malaga, la Festa di S. Giovanni di Torino sono infatti solo alcuni di questi.
Effettivamente, l’arte pirotecnica e quella musicale si sposano molto bene, facendo diventare lo spettacolo una gioia non solo per gli occhi ma anche per le orecchie, e creando nella mente dello spettatore un turbinio di emozioni che difficilmente sarà dimenticato.

Quello che però non tutti sanno è che questa abitudine è molto meno moderna di quello che si potrebbe pensare. Nel 1749, infatti, fu composta una musica appositamente per accompagnare uno spettacolo pirotecnico: si tratta della “Royal Fireworks Music ”, commissionata dal sovrano inglese Giorgio II a Georg Friedrich Handel in occasione delle celebrazioni per la firma del trattato di Aquisgrana, per le quali il re non badò a spese. L’opera è una suite orchestrale suddivisa in cinque movimenti ed è diventata sicuramente una delle composizioni orchestrali più famose di Handel, tanto da essere stata rieseguita nel 2002 a Buckingham Palace in occasione del cinquantesimo anniversario di regno della regina Elisabetta II, accompagnata ovviamente da uno spettacolo di fuochi artificiali.

La connessione tra musica e arte pirotecnica si può ritrovare però anche attraverso altre vie. Soprattutto nella musica leggera infatti, i fuochi d’artificio vengono spesso utilizzati nella loro accezione metaforica nel testo di molte canzoni. L’esempio più immediato è “Firework”, una canzone dell’artista statunitense Katy Perry pubblicata nel 2010.

Do you know that there's still a chance for you
'Cause there's a spark in you
You just gotta ignite the light
And let it shine
Just own the night
Like the Fourth of July
'Cause baby you're a firework
Come on show 'em what your worth


La cantautrice esprime così la convinzione che in ognuno di noi ci sia una scintilla, un fuoco che non aspetta altro che essere acceso e lasciato splendere, per illuminare la notte “come se fosse il 4 luglio”. Il testo è perfettamente rispecchiato nel videoclip della canzone, in cui diversi protagonisti trovano, in situazioni difficili, il coraggio di essere se stessi e di affrontare le proprie paure, perché in ognuno di loro c’è un’energia positiva che si libera dal petto come fuochi d’artificio.

Infine, vale sicuramente la pena citare il brano “Il terzo fuochista”, presentato dalla cantante Tosca al Festival di Sanremo nel 2007. Il testo descrive perfettamente una scena a cui tutti noi abbiamo, almeno per una volta, assistito: una festa di paese, una celebrazione religiosa dedicata al Santo patrono che però è anche occasione per tutto il popolo di festeggiare tra bande, bancarelle, dolciumi e giostre. Il tutto è visto dagli occhi di una bambina “con le sue scarpine blu”, che rimane incantata dalla gioiosa atmosfera e soprattutto dai fuochi d’artificio con cui la festa (e la canzone) si conclude:

Il terzo fuochista, l’artista quotato dì più
Sparò i suoi colori nel cielo e nel silenzio vennero giù
Oro, turchese, amaranto, corallo, smeraldo e caffè
La bimba in quel cielo d’oriente vide la vita e l’amore che c’è
Un due tre, tre colpi a finire e la notte tornò
Da allora rimase a sognare e i colori per sempre con sé si portò.

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