domenica 12 novembre 2017

Nella Letteratura

Attraversando la storia letteraria internazionale, ci si può imbattere in diverse opere che hanno come oggetto i fuochi artificiali. A volte essi sono parte integrante della storia, a volte invece vengono usati come metafora per raccontare di qualcosa di inaspettato, sorprendente, affascinante, sconvolgente.

Iniziando dalla letteratura per bambini, molto interessante è il racconto “La fabbricante di fuochi d’artificio” di Philip Pullman, autore britannico dedito particolarmente al genere fantasy, noto soprattutto per romanzi come La bussola d'oro. Il libro, pubblicato nel 1995, racconta la storia di Lila, una bambina il cui sogno più grande è quello di seguire le orme del padre e diventare una fabbricante di fuochi artificiali. Tutti i giorni infatti lo aiuta nel suo lavoro, creando diverse varietà di giochi (Draghi Crepitanti, Scimmiette Saltellanti, Starnuti Dorati) e sviluppando sempre più la sua passione e la sua fantasia, ma per diventare una vera fabbricante e salvare la vita di suo padre dovrà intraprendere un viaggio pericoloso, superare delle prove e affrontare il Demone del Fuoco. La storia diventa quindi anche un percorso di crescita, che porta la piccola protagonista a lottare per il suo sogno di diventare una maestra in questa arte che da sempre la appassiona, e si conclude con un grande spettacolo pirotecnico in cui Lila comprende tutto il talento pronto a fiorire in lei.

Un’altro racconto per ragazzi è “Fuochi d’artificio. Il piano segreto di quattro giovanissimi partigiani”, scritto dall’autore italiano Andrea Bouchard. Esso è ambientato in Piemonte durante gli anni della Resistenza e narra la storia di quattro giovani ragazzi che decidono, autonomamente, di fare quanto è loro possibile per aiutare i partigiani nelle loro imprese e liberare il Piemonte dal fascismo. Il romanzo mescola realtà e finzione, raccontando in maniera anche divertente e scanzonata avvenimenti storici realmente accaduti, mettendoli sotto il punto di vista degli adolescenti dell’epoca.

Un ultima opera che vale la pena citare è sicuramente “Fireworks”, un’antologia di racconti della scrittrice e giornalista britannica Angela Carter, pubblicata nel 1974 e basata sull’esperienza di vita dell’autrice in Giappone, dove ha vissuto dal 1969 al 1971. Si tratta di nove racconti di diverso genere, ma accomunati dal tema centrale del femminismo: l’esperienza di vita in Giappone ha infatti rappresentato per la scrittrice un punto di svolta per la sua vita e per la sua carriera, in cui ha imparato “cosa significa essere donna”. Una consapevolezza che sembra esserle giunta all’improvviso, come un’esplosione di luci e colori nel cielo.

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